Non tutto è, ciò che sembra o appare
Questi brevissimi appunti che sono stati letti a chi si apprestava a
visitare un giardino così particolare e suggestivo come quello di Bomarzo,
servivano nelle intenzioni di chi ora nuovamente scrive, a far riflettere un
visitatore meno attento e più turista, sulla realtà e gli scopi altamente
filosofici e iniziatico –esoterici che si nascondono dietro ad immagini
scultoree, mitologiche e allegoriche come quelle presenti all’interno del
giardino stesso. Il Gruppo Archeologico
Fiorentino ha organizzato per i
suoi associati e per altri visitatori
appassionati di arte e di un pizzico di esoterismo, una gita alla scoperta del
borgo di Bomarzo e dell’area sottostante
che fino dal lontano sedicesimo secolo ospita il cosiddetto “Bosco Sacro” o più
comunemente e impropriamente definito “Parco dei Mostri”.
Alcuni di noi.. |
Bomarzo è un borgo
medievale con una sua storia ben precisa che ci è stata raccontata
sapientemente sul posto, con personaggi illustri, avventurieri, semplici
popolani ed è proprio il luogo e il borgo stesso,
che danno il nome allo
splendido monumento a verde, sottostante il medesimo e che fu progettato e
creato da Vicino Orsini nobile
appartenente alla stessa famiglia e casata, per le sue personali delizie e per
quelle della sua adorata moglie Giulia Farnese scomparsa prematuramente. L’area
in questione era già stata abbondantemente frequentata anche in epoca antica e
in particolare fino dai tempi degli Etruschi i cui segni, sono ancora oggi
leggibili nella sistemazione a terrazze del giardino stesso e nel recupero di
alcuni reperti riadattati allo scopo del cinquecentesco impianto arboreo. Il
giardino come oggi lo vediamo, ha un ingresso e un percorso che non
corrispondono a quello originale e per questo motivo di ancora più problematica
lettura.Una delle due sfingi poste all'ingresso del Bosco |
All’inizio il visitatore si trova ad un bivio con davanti due
enigmatiche sfingi di fattura scultorea e iconografica greca, una strada comoda
e pianeggiante lo porta verso sinistra (il Male e l’inganno), l’altra in salita
e più tortuosa verso destra (il bene) ed è quella giusta . Come abbiamo visto
poi tale percorso è costellato da numerose e suggestive tappe contrassegnate
ciascuna da altre sculture di vario genere e tipo anche di notevole grandezza,
particolari architettonici, mascheroni in pietra, animali fantastici e
mitologici e persino una sconcertante casa “torta” volutamente progettata a suo
tempo per spiegare e giustificare le stesse ragioni complesse della umana
esistenza.
La casa torta |
Ed è proprio percorrendo il
giardino che ci si rende facilmente
conto di trovarsi in una sorta di vero e
proprio percorso iniziatico, simile negli intenti a quello dello stesso Dante
Alighieri nella celeberrima Divina Commedia. Ad una immediata impressione a
caldo ci siamo subito resi conto che le meraviglie e le complesse simbologie
che abbiamo incontrato, hanno
sicuramente parlato al nostro io più recondito se lo abbiamo saputo ascoltare e
l’apparenza e lo stupore che ci hanno suscitato forse , non sono bastate a
spiegare ciò che si è voluto veramente raccontare con grande sapienza, fino
dalla notte dei tempi. Abbiamo notato
almeno nella disposizione a terrazze, tre ben distinti livelli come ad indicare
una sorta di continuo costante apprendimento di una realtà non giustificata assolutamente
dall’apparenza.
Il Tempietto |
Ogni sosta a ciascun singolo monumento, ci ha comunque incitato
alla riflessione cercando dentro di noi una spiegazione plausibile di ciò che
l’occhio stava cercando di percepire, a volte ispirato da vera saggezza a volte
dall’inganno sempre in agguato senza una vera guida. Ma quella percepita non
sarà e non rimarrà mai ne l’unica spiegazione ne quella definitiva. Non chiamatelo vi prego giardino dei
“Mostri” come comunemente si legge nelle varie guide, perché è veramente molto
di più..Immaginatelo semmai come doveva essere all’epoca, ricco di giochi
di acqua e di sapienti trovate illusionistiche e meccaniche, come una sorta di
macchina funzionante e funzionale, per stupire, impressionare divertire e di
nuovo ingannare, ma soprattutto in grado
di raccontare attraverso le sue simbologie la stessa complessità dell’animo
umano nel suo breve e sofferto percorso esistenziale.
Mario Pagni Presidente Gruppo
Archeologico Fiorentino
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