La
data di costruzione di questo edificio è incerta, anche se ufficialmente viene citato
il 29 gennaio 1240, quando Federico II diede disposizione a Riccardo
Momtefuscolo, Giustiziere di Capitanata di eseguire i lavori inviandogli una
lettera che dice: «Poiché per il castrum, che abbiamo intenzione di erigere
presso Sancta Maria de Monte (chiesa attualmente scomparsa), vogliamo
che sia immediatamente fatto tramite tuo, benché non sia nella tua
giurisdizione, l’actractum, e in quanto nostro fedele t’incarichiamo di
predisporlo senza indugio con calce, pietre, e ogni cosa idonea...»; dalla
lettera sembra che il monarca desiderasse avere un luogo tranquillo per poter
prendere decisioni importanti. L’architetto incaricato dell’opera fu
probabilmente Riccardo Lentini, anche se alcuni studiosi ritengono che fu lo
stesso imperatore l’ideatore del progetto ipotizzando anche che venne costruito
sopra preesistenti rovine di fortezze, prima longobarde e poi normanne.
da Wikipedia: veduta di Castel del Monte |
Dal
1600 questo luogo fu praticamente abbandonato e depredato dei suoi arredi e
decorazioni parietali in marmo di cui restano poche tracce dietro i capitelli;
nel 1876 il monumento fu acquistato per la somma di Lit. 25.000 dallo Stato
italiano che nel 1879 predispose il suo restauro: un nuovo risanamento fu
eseguito nel 1928 dall’architetto Quaglianti e nel 1936 Castel del Monte fu
dichiarato monumento nazionale, mentre altri restauri sono stati eseguiti tra
il 1975 e il 1981.
La
costruzione è a pianta ottagonale di cui ogni lato esterno è di m. 10,30 di
intervallo tra le torri più il diametro di ogni torre di m. 7,90 delle quali
ogni spigolo si innesta una torretta anche essa ottagonale con il lato di m.
2,70, la corte
interna anche questa ottagonale ha i lati che variano tra m.
6,89 e 7,83 e il suo diametro è di m. 17,86, mentre il diametro dell’intero
castello è m. 56, le torri sono alte m. 24,40 poco più delle pareti del cortile
che misurano m. 20, 50: dal suolo alle torri, e precisamente a m. 12,90 corre
lungo l’intero perimetro un “toro”, cioè una cornice che divide il piano
terreno dal primo piano.
All’esterno
non è stata individuata nessuna costruzione stabile come cucine o stalle ma non
dobbiamo meravigliare di questa mancanza perché come era in uso all'epoca, i
regnanti tenevano la corte in una tendopoli e lo stesso Federico portava con sé,
fra l’altro, il serraglio e il suo Harem, e perfino costruzioni in legno; da
notare però, come scavi archeologici abbiano trovato resti di una difesa
muraria a m. 12 dal complesso che ripeteva il perimetro ottagonale del castello,
per alcuni studiosi a Triplice cinta (antico simbolo del labirinto),
mentre altri sostengono che fosse unica, ma con sedici lati.
da Wikipedia: planimetria di Castel del Monte |
Forse
l’imperatore che curava molto le sue residenze quanto i suoi pari musulmani di
Bagdad, Palermo, Medina Azahara, attorno alle quali erano costruiti complessi
di giardini, padiglioni, terrazzamenti coltivati a piante ornamentali e ad
alberi da frutta, pescherie e serragli per animali esotici aveva l’intenzione,
se ne avesse avuto il tempo di fare altrettanto.
Una
curiosità è che l’edificio è composto da un corpo ottagonale con una torre a
ogni lato, cilimoricha, (quindi
otto in tutto), di cui due lati sono incastrati nell’edificio, che le
genera, mentre sei restano visibili; abbiamo così otto facciate del corpo
centrale in più quarantotto facciate delle torri, per un totale di cinquantasei
elementi, il perfetto numero sette diviso o moltiplicato per otto: sono
i giorni della settimana, le Virtù Teologali e Cardinali, i
pianeti ecc., otto è il numero guida dell’edificio (l’ottavo giorno è il giorno
delle Resurrezione che, annullando gli effetti del Peccato originale,
che aveva compromesso l’opera di Dio, si inserisce come il giorno perfetto
e conclusivo nel Suo disegno), ma è anche il numero degli anni vissuti dall’imperatore,
cioè dal 1194 al 1250; da tenere presente che anche il diametro dell'intero
castello è di m. 56, potrebbe così
sembrare un “oroscopo di pietra”, anche se la Legge Imperiale Romana proibiva
di fare l’oroscopo ai sovrani: sarà senz’altro una coincidenza.
L’interno
è suddiviso in due piani rialzati rispetto al piazzale antistante di m. 3 e
9,50 con stanze trapezioidali divise da muri che congiungono gli spigoli dei
due ottagoni (esterno/interno): la copertura delle stanze è stata risolta scomponendo
il trapezio iniziale in un quadrato centrale e due triangoli laterali: il
quadrato è coperto da una volta a crociera mentre i due triangoli sono
sovrastati da due spicchi di volta a botte per ogni stanza.
Le
crociere sono appoggiate su semicolonne dalle basi e dai capitelli in breccia
rossa adorni di motivi Fitomorfi al piano inferiore, e fasci di colonne
con capitello unico in marmo bianco a quello superiore, al centro di ogni volta
a crociera, nell’intersezione tra i costoloni fuoriesce dall’intradosso una
chiave di volta “Estradossata” diversa per ogni stanza; l’ingresso alle
sale al piano terra è antiorario e probabilmente alcune di esse erano dei corpi
di guardia per arrivare alla torre numero tre per accedere al piano nobile e le
sale VI e VIII dotate di disimpegno e servizi igienici; probabilmente il piano
terra era destinato ad accogliere gli addetti alla sicurezza del castello (la
numerazione orientale antioraria che si apre dall’ingresso principale a
est–nord-est sono state programmate formando un cammino labirintico come quello
che troviamo nella Cattedrale di Reims anch’esso di forma ottagonale).
da Wikipedia: particolare del portone d'ingresso con uno dei due leoni |
La comunicazione tra il piano terra e quello
nobile avveniva mediante le scale a chiocciola delle torri tre, cinque e sette
sviluppate anche queste in senso antiorario formate da quarantaquattro gradini
che si dipartono ognuno in un unico masso lapideo da una colonna centrale dal
diametro di circa cm. 22.
Il
piano superiore è simile a quello inferiore ma più elaborato, i costoloni sono
più slanciati ed è illuminato da bifore, mentre sul lato rivolto verso Adria
troviamo una trifora e in alto delle feritoie che emanano luce; ciò che rende
particolari queste finestre è che si trovano dei gradini centrali e sedili che
le fiancheggiano, mentre lungo le pareti di ogni sala corre un sedile al di
sotto la base delle colonnine, per quanto riguarda la sala con la trifora, che
probabilmente era la sala del trono, il monarca voleva uno spazio più ampio
rivolto verso Adria ove erano sepolte due delle sue mogli: Jolanda figlia di
Giovanni di Brienne re di Gerusalemme, la seconda consorte sposata nel 1225 e
morta a Adria nel 1228, e Isabella d’Inghilterra figlia di Giovanni “Senza
terra” sposata nel 1237 e scomparsa nel 1241 a Foggia poi traslata ad Adria.
Il
portale d’ingresso si apre sulla parete orientata verso est, cioè dalla parte
del sole nascente in coincidenza degli equinozi di primavera e d’autunno e si
accede mediante due rampe di scale messe a tenaglia, ricostruite durante il
restauro del 1928: nella parte opposta del castello si trova l’ingresso
secondario posizionato a ponente costituito da un semplice portale ad arco a
sesto acuto.
Sulle
pareti esterne troviamo due finestre , una monofora al primo piano ed una
bifora al secondo; sono mancanti della monofora i due lati con gli ingressi e
il lato rivolto verso Adria ha una trifora, nelle torri delle feritoie danno
luce alle scale nelle quali si possono vedere spazi predisposti per colombi o
falchi addestrati.
Nel
cortile interno si aprono tre ingressi nella parte inferiore e tre porta
finestra in quella superiore e per dare un certo movimento alle facciate sono
stati eseguiti degli archi ciechi: in alcuni documenti viene riportato
l’esistenza nel cortile di una vasca o fontana, sempre di forma ottagonale
formata da un unico blocco di marmo che doveva rappresentare un fonte
battesimale ad immersione, e la forma ottagonale era quella tradizionale degli
edifici antichi per questo culto, descritta dal Troyli nel 1743, poi distrutta,
probabilmente durante i saccheggi.
Sotto
il piano di calpestio del cortile è collocata una grande cisterna per la
raccolta delle acque piovane ed altre cinque sempre per lo stesso scopo si
trovano in altrettante torri, mentre sparso per tutto il complesso esiste una
rete di canaletti usati per convogliare le acque nelle medesime: guardando le
alte pareti che circondano il cortile, ci fa supporre di trovarsi all’interno
di un pozzo, che nella simbologia medievale rappresentava la conoscenza e il fonte
battesimale la rinascita dal peccato per arrivare a questa.
Lo
scopo della costruzione è incerta dato che militarmente mancano le strutture
(oltre ai ritrovamenti archeologici), essendo privo di fossato, di merlature,
le feritoie sono troppo strette per poter scagliare dardi o frecce, inoltre le
scale a chiocciola delle torri disposte in senso antiorario avrebbero messo in
difficoltà i difensori essendo questi costretti ad impugnare le armi con la
mano sinistra, anche come residenza di caccia è poco fattibile; osservando,
però, la simbologia sparsa per tutta la costruzione è stato presupposto che forse
si tratti di un “Tempio del Sapere”, nel quale ci si poteva dedicare
allo studio e alla meditazione, perché nella stessa struttura si racchiudono
conoscenze matematiche, geometriche, astronomiche, che sembrano progettate per
un percorso obbligato legato a criteri astronomici.
La
stessa pianta ottagonale del castello, essendo una figura intermedia tra il
quadrato (due quadrati concentrici rotanti di 45° l’uno rispetto all’altro)
simbolo della terra e il cerchio, che rappresenta l’infinito del cielo, segnerebbe
il passaggio dell’uno all’altro, o forse rappresenterebbe la Cupola della Roccia a
Gerusalemme, vista da Federico II durante la
VI Crociata, o anche, guardando il castello
da lontano ci sembra di osservare la corona portata dall’imperatore, anch’essa
ottagonale, fatto costruire in questa forma per dimostrare il suo potere.
da Wikipedia: le scale di una delle 8 torri |
La
posizione astrologica è studiata in modo che nei giorni di solstizio e di
equinozio sia in una particolare direzione come a mezzogiorno dell’equinozio
d’autunno le ombre delle mura raggiungono perfettamente la lunghezza del
cortile ed un mese dopo anche la lunghezza delle stanze; due volte all’anno,
precisamente l’8 aprile e l’8 ottobre (questo mese era considerato l’ottavo
mese dell’anno), un raggio di sole entra dalla finestra posta sulla parete
sudorientale attraversa anche quella posta sul cortile ed illumina una porzione
di muro dove un tempo era scolpito un bassorilievo.
Sulle
due colonne poste a fianco del portale d’ingresso si trovano due leoni: quello
di sinistra guarda verso destra e viceversa, entrambi guardano dalla parte dove
il sole sorge nei solstizi d’estate e d’inverno, inoltre le cinque cisterne poste
nelle torri si collegano idealmente ai cinque camini che si trovano all’interno
di altrettante stanze, e alcuni studiosi li hanno messi in relazione con le
parole del Vangelo di Luca, che dice: «Oggi io vi battezzo con l’acqua, ma
verrà chi vi battezzerà col fuoco».
Tornando al numero “otto”, è questo un numero che
troviamo in altri contesti come: otto sono le punte della Rosa dei Venti; è un
ottagono la “Torre de Venti” nell’Agorà d’Atene; otto sono i petali del
fiore di loto o i raggi della ruota al centro del quale il Buddha è in
meditazione, otto erano le figure “primordiali” distinte in quattro coppie (le
acque, lo spazio le tenebre, il vuoto) secondo i sacerdoti egizi di Chemenu,
ecc.
A
Castel del Monte questo numero è continuamente usato: la costruzione interna ed
esterna, otto sono le porte: due gli ingressi, tre le porte al terreno per
entrare nel cortile, tre le porte finestre al primo piano, otto le torri, otto
le stanze, sia del terreno che del primo piano, otto i lati della vasca
(distrutta), otto fiori di quadrifoglio sulla cornice sinistra del portale,
otto sulla cornice inferiore, otto foglie sulla chiave di volta, otto foglie
sui capitelli delle colonne, otto foglie di vite sulla chiave di volta della
prima sala al terreno, otto foglie di girasole sulla chiave di volta di
un’altra sala, otto foglie e otto petali su quella della quinta sala, otto foglie
di acanto sulla chiave di volta della dell’ottava sala e otto foglie di foco
sempre sulla chiave di volta dell’ottava sala al piano superiore.
Un'altra
supposizione, fra le altre, è che sia stato costruito come un centro benessere
atto alla rigenerazione e alla cura del corpo prendendo a modello gli Hammum
arabi; ma tutte queste non sono che supposizioni più o meno attendibili,
perché cosa l’imperatore avesse in mente non si può sapere dato che non
esistono documenti certi, certo è che quest’uomo aveva avuto contatti con altre
religioni e stava cercando come d’altronde i Cavalieri Templari una reciproca
convivenza, disturbando il potere della Chiesa Romana la quale lo aveva
scomunicato nel marzo del 1239 con la bolla “Ascendit de mari”,
indicandolo come «La bestia che sale dal mare», ma egli non aveva mai
rinunziato a considerarsi un Sovrano Cristiano; secondo il Davidsohn, Roma
aveva contattato i Templari per ucciderlo, cosa mai avvenuta.
Piena
di affetto e di ammirazione è la lettera che il figlio Manfredi invia al
fratello Corrado in Germania per annunciare la morte del padre avvenuta nel
1250 che dice: «È tramontato il sole del Mondo che illuminava le genti, è
tramontato il sole della giustizia è morto il difensore della pace ».
di Chiara ed Enzo Sacchetti
Nessun commento:
Posta un commento
No fare spam o altro. I commenti con questo intento verranno rimossi