mercoledì 6 maggio 2015

Il Partenone


ACROPOLI D’ATENE
L’acropoli è una rocca spianata sulla parte superiore della città di Atene a m. 156 sul livello del mare, il cui spiazzo è largo m. 140 e lungo m. 280; è conosciuta anche come Cecropia, in onore del leggendario dio-serpente Cecrope, il primo re di Atene.
I resti delle più importanti costruzioni, risalenti all’epoca Arcaica, si trovavano fin dal VII secolo a.C. epoca in cui le mura, di età Micenea, persero la loro importanza difensiva e, nella prima metà del VI secolo a.C. dopo la cacciata dei Pisistratidi, questa cessò di essere una fortezza.
Tutte le sue costruzioni, comprendenti le fortificazioni, le costruzioni, i templi e le statue, furono distrutte durante l’occupazione Persiana del 480 a.C..
La prima ricostruzione delle mura e dei bastioni della città, furono eseguiti sotto il governo di Temistocle e di Cimone; mentre per celebrare la vittoria sui Persiani e il primato economico-politico, Pericle fece realizzare la ricostruzione dell’Acropoli e la costruzione del Partenone, dei Propilei e in seguito dell’Eretto e del tempio di Atena Nike.



Leo Von Kleze, L'Acropoli e il Partenone




PARTENONE
Il suo nome deriva dalla grande statua di culto crisoelefantina realizzata da Fidia raffigurante Atena Partnénos, posta nella stanza orientale.
L’epiteto di Atena si riferisce al suo stato di nubile e vergine, e dal mito nel quale si racconta che sarebbe stata creata per partenogenesi dalla testa di Zeus. 
Il Partenone sostituì il più antico tempio di Atena Poliàs distrutto dai Persiani nel 480 a.C. al tempo di Serse e utilizzato come tesoreria (come d'altronde la maggior parte dei templi), per un certo periodo anche dalla Lega di Delo.
Questo monumento fu edificato per volere di Pericle, generale ateniese del V secolo a.C., e costruito dall’architetto Ictino, proseguendo un progetto già avviato con Callicrate sotto Cimone; lo scultore Fidia seguì la sua costruzione essendo stato nominato Episkopos (supervisore) e inoltre egli costruì la statua di Atena nell’interno: alta 12 metri circa fatta in bronzo, oro e avorio.
L’edificazione del Partenone iniziò nel 447 a.C., e fu completato nella sua parte essenziale intorno al 438 a.C., mentre per le sue decorazioni si dovette attendere il 432 a.C. I fondi per la sua realizzazione furono ricavati, in parte, dal tesoro della Lega di Delo, che dal santuario Panellenico di Delo fu spostato all’Acropoli nel 454: è da considerare che la spesa maggiore sostenuta per quest’opera fu il trasporto dei blocchi di pietra dal Monte Pentelico, distante circa 16 chilometri dalla città di Atene, e da qui fino all’Acropoli.
Nel V d.C. secolo la statua di Atena fu asportata da un imperatore e trasferita a Costantinopoli, dove fu distrutta, probabilmente nel saccheggio della città durante la Quarta crociata (1204). Con l’espansione di Roma, la Grecia e tutte le sue città divennero province romane, e con l’avvento del cristianesimo il Partenone fu convertito in chiesa, dedicata nel periodo bizantino alla Madonna o della Theotokos (Madre di Dio); divenne in seguito, per un breve periodo una chiesa cattolica durante l’Impero latino, sempre dedicata alla Madonna.
Nel 1456 la città di Atene cadde sotto gli Ottomani, e il Partenone venne trasformato in  moschea a cui successivamente fu aggiunto un minareto; fu demolito in buona parte durante il tempo di guerra per procurarsi materiale per le fortificazioni, ma la sua più grande distruzione avvenne nel 1687 quando i Veneziani guidati da Francesco Morosini attaccarono Atene. Gli Ottomani fortificarono l’Acropoli ed usarono l’edificio come magazzino per la polvere da sparo: il 26 settembre una cannonata veneziana sparata dalla collina del Filopapo fece esplodere le polveri e la struttura fu parzialmente distrutta, specialmente all’interno del tetto ed alcune delle colonne, in particolare sul lato sud, furono decapitate e le sculture caddero rovinosamente per terra; è riferito che più tardi i loro pezzi furono usati come souvenir. 

da Wikipedia, ricostruzione del Partenone


Durante la guerra contro i Turchi il Partenone subì ulteriori danni: infatti accerchiata dai Greci, la resistenza turca si era asserragliata sull’Acropoli ed iniziò a demolire le colonne per estrarre il metallo e farne proiettili: a questa vista i Greci chiesero una tregua ed arrivarono ad offrire loro le munizioni per continuare a combattere, purché cessassero la demolizione. Conquistata la città e ristabilito l’ordine, i Greci abbatterono tutte le costruzioni medievali e ottomane sull’Acropoli e tutta la zona divenne quella che tuttora possiamo ammirare.
Il Partenone è stato definito il più perfetto tempio Dorico mai costruito, soprattutto per alcune caratteristiche architettoniche, come la sottile corrispondenza tra la curvatura dello stilobate, e l’assottigliarsi del naos e l’entrasis delle colonne. Lo stilobate, la piattaforma sulla quale si reggono le colonne, curva in su leggermente per ragioni ottiche, mentre l’entrasis è il leggero rigonfiamento posto sul fusto a 1/3 della sua altezza che annulla l’illusione ottica che le colonne siano concave nella zona centrale. L’effetto di queste leggere curve è quella di fare apparire il tempio più simmetrico di quanto realmente sia, mentre un’altra concessione ottica è la diversa distanza delle colonne per risolvere il problema d’angolo o la diversa forma delle colonne d’angolo per correggere il diverso intercolomnio tra i lati del tempio; la differenza con gli altri templi classici che presentano 6 colonne sulla facciata e 13 sul lato lungo, il Partenone è ottastilo, perché ha 8 colonne sul lato corto e 17 sul lungo. Misurate allo stilobate le dimensioni della base del tempio sono di 69,5 per 30,9 metri.
Il pronao era lungo m. 29,8 e largo m. 19,2 con colonnati Dorico-Ionico interni in due anelli, strutturalmente necessari per sorreggere il tetto; all’esterno le colonne Doriche misuravano m. 1,9 di diametro, ed erano alte m. 10,4, mentre le colonne d’angolo hanno un diametro leggermente più grande. Lo stilobate ha una curvatura verso l’alto, in direzione del proprio centro di mm. 60 sulle estremità orientali e occidentali e, di mm. 110 sui lati. Alcune dimensioni riguardano il canone del rettangolo aureo che esprime la sezione Aurea, lodata da Pitagora nel secolo precedente la sua costruzione.
Le 92 metope, realizzate da Fidia con l’aiuto dei suoi discepoli sono datate tra il 446-440 a.C.: sul lato est, sopra l’entrata raffigurano la Gigantomachia, cioè la lotta degli dei dell’Olimpo contro i giganti; sul lato ovest l’Amazzonomachia, ossia la leggendaria battaglia degli Ateniesi contro le Amazzoni; sul lato sud, le metope, ad eccezione di 13/20 di queste ormai perdute mostrano la Centauromachia Tessala; mentre sul lato nord, sono poco conservate e sembra che l’argomento sia la Guerra di Troia.
La parte più caratteristica nelle decorazioni del Partenone è il fregio Ionico posto lungo la parete esterna della cella, ed è una caratteristica innovativa dal momento che il resto del tempio è in stile Dorico. L’intero fregio marmoreo scolpito da Fidia con l’aiuto dei suoi collaboratori era lungo m. 160 di cui ne rimangono 130, e circa 80% dislocati nei vari musei europei. La parte mancante è arrivata fino a noi grazie ai disegni eseguiti da Jacques Carrey nel 1674, 13 anni prima della cannonata veneziana. Il fregio rappresenterebbe la solenne processione tenuta ogni 4 anni in occasione delle feste panateniche legate al culto di Atena.
I due frontoni raccontano storie legate alla dea Atena: quello orientale ci mostra la nascita della dea dalla testa di Zeus suo padre, mentre quello occidentale la disputa che la dea (con un ramo d’ulivo) ebbe con Poseidone (che dona l’acqua) per il possesso d’Atene: i lavori per questa opera durarono da 438 al 432 a.C.
Un particolare che riguarda il Partenone è che non stato rinvenuto all’esterno nessun altare per le offerte, come era d’uso, dato che dentro i templi potevano accedere solo i sacerdoti, per cui alcuni studiosi hanno ipotizzato che la sua costruzione sia servita solo come tesoreria.

di Chiara ed Enzo Sacchetti

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