Antonio
di Bartolomeo Cordini, conosciuto come Antonio da Sangallo il giovane, perché
nipote di da parte di madre di Giuliano e Antonio Giamberti dai quali aveva
preso il soprannome “da Sangallo”, nacque a Firenze il 12 aprile del 1484,
divenendo in seguito Architetto durante il Rinascimento e il Manierismo: fra le
numerose opere tre sono gli esempi di fortificazioni, da lui progettate alla
“Moderna”, ossia con fronte Bastionato: la Cittadella d’Ancona, con
cinque bastioni, la Rocca Paolina
a Perugia e la Fortezza di Firenze, mentre a Roma costruì per sé un palazzo,
oggi noto come Palazzo Sacchetti.
da Wikipedia: la Fortezza da Basso |
L’idea
di Alessandro de’ Medici di costruire una fortezza per difendersi più che da
attacchi esterni da eventuali sommosse da parte del popolo fiorentino, si concretizzò
il 10 marzo del 1534, quando su suggerimento del Papa Clemente VII scrisse una
lettera al Antonimo da Sangallo per commissionare la costruzione con queste
parole: “Io desidero
che voi veniate a Firenze per valermi del consiglio et opra vostra circa a certo mio proposito il quale a bocha vi dirò, però mi sarà crato quanto prima possete non mancherete in sin qui”; pochi mesi dopo e precisamente fra maggio e luglio fu composto il gruppo che doveva soprintendere i lavori perla Fortezza
di San Giovanni, detta in seguito “da basso”: il Sangallo come “caput magistrorum
fortilitii”, Giovanni Alessio detto Nanni l’Unghero come capomastro, il
Capitano delle guardie Alessandro Vitelli e Pierfrancesco da Viterbo come
soprintendenti; gli operai reclutati per la costruzione di questa opera erano
oltre mille e cinquecento, costretti a lavorare incessantemente anche i giorni
festivi compreso la Pasqua.
che voi veniate a Firenze per valermi del consiglio et opra vostra circa a certo mio proposito il quale a bocha vi dirò, però mi sarà crato quanto prima possete non mancherete in sin qui”; pochi mesi dopo e precisamente fra maggio e luglio fu composto il gruppo che doveva soprintendere i lavori per
Arrivato
a Firenze, il Sangallo iniziò a cercare il luogo adatto alla sua costruzione, cominciando a visualizzare la
città dall’alto della Cupola del Duomo, tracciando gli orientamenti delle
porte, edifici importanti e postazioni militari; percorse anche le mura della
città, salendo sulle porte e ed annotando, anche in questo caso, gli edifici
posti attorno ad ognuna di esse, stabilendo in questo modo il luogo in cui la
fortezza avrebbe avuto la maggiore copertura e la sicurezza di garantire al
Duca una protezione per la sua persona, dimostrata dalla mole del Mastio e lo
spropositato numero di cannoniere rivolte più verso la città che per la sua
difesa; in un suo disegno, conservato nella Galleria degli Uffizi, il Sangallo
ha indicato anche “casa mia”, situata in Borgo Pinti.
da Wikipedia: particolare della pianta della Fortezza dalla carta del Buondignori |
La
forma della fortezza doveva anche tener conto della nuova rivoluzione in fatto
di armi, sia per attaccare che per difendersi, perché “le armi da fuoco”, oltre
che al rito, avevano un senso sia simbolico che propiziatorio dell’edificio:
nei disegni dell’architetto è tracciato un percorso che va dal triangolo al
quadrato, figure geometriche che se ruotate, formano una stella per arrivare
poi al pentagono, considerando considerato una figura "magica" per
eccellenza..
Il genio
nelle costruzioni militari di questo architetto, si può constatare in una
costruzione fatta all’interno delle mura, che nasconde una galleria che
percorre tutto il perimetro della fortezza: lì si trovavano le troniere, cioè
le postazioni dalle quali i soldati, che difendevano il sito, potevano sparare,
a tiro raso, cioè ad altezza d’uomo, nella zona di fossati esterni. Queste erano
formate da tre canali posti obliquamente per permettere ai soldati armati di
spingarde di poter sparare con la migliore angolazione; otre a ciò, essendo
collegate fra loro permettevano un fuoco incrociato: per eliminare il fumo che si
addensava creato dalle armi da fuoco, nella stretta galleria, furono fatti dei
lunghi camini ad intervalli regolari che lo assorbivano.
Il
Sangallo aveva previsto anche l’eventualità che il camminamento fosse stato
invaso dagli assedianti ed aveva predisposto, per questo, che in ogni angolo
formato dai bastioni fosse costruito un locale semicircolare con feritoie,
dalle quali i difensori potevano sparare contro chi percorreva l’interno del
corridoio.
Questo
uomo, che il Vasari nelle sue Vite, loda per le sue opere costruttive, ma
che umanamente lo definisce “Era naturalmente Antonio contra i suoi prossimi
ostinato e crudele”, mentre della moglie, Isabella Deti, ha parole peggiori
“altera e superba”, può essere però definito nel suo lavoro un genio militare.
Dopo aver progettato la costruzione ed iniziato il lavori, lasciò Firenze,
essendo impegnato in altre città per altri lavori e lasciando la direzione del
lavoro a Nanni l’Unghero. Morì a Terni il 28 settembre 1546.
di Chiara ed Enzo Sacchetti
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