La quasi totalità delle guide e i
libri più o meno divulgativi su Firenze non parlano o dubitano
dell’esistenza di un ippodromo nella nostra città durante l’Impero
Romano, invece c’era, e forse saperlo è una sorpresa anche per molti
fiorentini.
L’esistenza dell’ippodromo dell’antica Firenze è connessa a quella del Palio dei Cocchi.
Il Palio dei Cocchi venne istituito per
volontà del Granduca Cosimo I de’ Medici nel 1563, che volle resuscitare
in Firenze le gare che disputavano gli antichi romani nel Circo
Massimo. La rievocazione si svolgeva nella Piazza Santa Maria Novella,
dove vennero drizzati i due obelischi poggianti su tartarughe di bronzo
modellate dal Giambologna e terminanti col giglio di Firenze. I quattro
cocchi che disputavano il Palio, trainati da due cavalli, avevano la
foggia dei carri romani da guerra. Gli aurighi guidavano dritti, in
piedi, vestiti coi colori dei quartieri fiorentini.
Non fu a caso che i Medici scelsero
per questa rievocazione la piazza di S.Maria Novella:
infatti già il
filologo e storiografo Vincenzo Borghini, luogotenente del Granduca
Cosimo, sapeva, come vedremo più sotto, che qui a lato della piazza si
trovava in epoca romana il Circo o Ippodromo dell’antica Firenze e che
le case della parte di levante poggiavano e poggiano le loro fondamenta
proprio sui resti di questo antico edificio.E’ risaputo che sotto l’Imperatore Diocleziano Firenze venne scelta come Corrector Italiane cioè residenza del Governatore delle regioni riunite dell’Etruria e dell’Umbria (289 – 366 d.C.) e per la sua privilegiata condizione di capitale ebbe un Anfiteatro ed un Teatro, ma molti non sanno che fu arricchita in quel momento, all’inizio del IV secolo d.C. anche di un Ippodromo.
Proprio in quell’epoca (303 d.C.)
Diocleziano si recò a Roma col collega Massimiano per celebrare il
trionfo già da più anni decretato ai due Augusti dal Senato: In questa
circostanza furono fatte generose elargizioni alle principali città
dell’impero per l’ammontare di 310 milioni di denari (1).
E’ più che probabile che anche Firenze beneficiasse di tanta ricchezza da permettersi la costruzione del complesso che ancora le mancava nella sua qualità di capitale della Toscana e Umbria: ossia il Circo.
E’ più che probabile che anche Firenze beneficiasse di tanta ricchezza da permettersi la costruzione del complesso che ancora le mancava nella sua qualità di capitale della Toscana e Umbria: ossia il Circo.
Il nostro edificio misurava dalla Croce
al Trebbio a Piazza dell’Unità Italiana circa 200/220 metri di lunghezza
ed era largo 45/50 metri; poteva ospitare circa 20mila persone,
risultando forse un po’ piccolo. Esso doveva apparire molto simile come
tipologia a quello riportato in luce ad Aphrodisias in Caria,
nell’attuale Turchia (2).
Anche il circo di Florentia fu
destinato ai pubblici giochi che consistevano principalmente in lotte di
gladiatori, corse di cocchi e cavalli. Aveva la forma dell’ippodromo
greco; leggermente obliqua rispetto all’asse longitudinale si trovava la
“spina”, alto basamento in mezzo alla pista (arena) sulla quale erano
posti degli obelischi e segnacoli per contare i giri dei carri.
Alle due estremità della spina sorgevano le “metae” (una dalla parte della Croce al Trebbio, l’altra verso Piazza dell’Unità), intorno alle quali giravano i cavalieri. Intorno all’arena si elevavano le gradinate della “cavea” simili a quelle degli stadi odierni.
Alle due estremità della spina sorgevano le “metae” (una dalla parte della Croce al Trebbio, l’altra verso Piazza dell’Unità), intorno alle quali giravano i cavalieri. Intorno all’arena si elevavano le gradinate della “cavea” simili a quelle degli stadi odierni.
La più antica menzione scritta
sull’Ippodromo o stadium di Florentia, risalente probabilmente ai primi
del IV secolo d. C., si trova in una “invectiva” che Coluccio Salutati,
Cancelliere della Repubblica Fiorentina, inviò nel 1375 al vicentino
Antonio Luschi, il quale dubitava sull’origine romana di Firenze (3).
Vincenzo Borghini nel 1569 dopo aver chiarito tra Anfiteatro e Circo identificava quest’ultimo: “dove oggi è la Croce al Trebbio, non solo per la forma rotonda, la quale, come anche l’Anfiteatro rappresentavano le case tirate sopra i vecchi fondamenti, ma ancora per alcuni vestigi trovati sotterra a diverse occasioni che si riconoscono per propri di questa sorta di fabbriche” (4).
Vincenzo Borghini nel 1569 dopo aver chiarito tra Anfiteatro e Circo identificava quest’ultimo: “dove oggi è la Croce al Trebbio, non solo per la forma rotonda, la quale, come anche l’Anfiteatro rappresentavano le case tirate sopra i vecchi fondamenti, ma ancora per alcuni vestigi trovati sotterra a diverse occasioni che si riconoscono per propri di questa sorta di fabbriche” (4).
Enio Pecchioni
Gruppo Archeologico Fiorentino DLF
Note
- – Francesco Bartolini, Storia di Roma, Fratelli Treves, Milano 1886.
-
– Ekrem Akurgal, Ancient Civilizations and ruins of Turkey, Published by Mobil Oil, Instanbul 1970.
- – Lino Coluccio Salutati (umanista: Stignano Val di Nievole
1331 – Firenze 1406), Invectiva …in Atonium Luscum de Repubblica male
sentientem, A.S.F.
- Vincenzo Maria Borghini (filologo e storiografo, Firenze 1515-1580), compì studi accurati sulla storia di Firenze che furono pubblicati dopo la sua morte. “Discorsi” edizione Manni, Milano 1808.
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