giovedì 3 gennaio 2019

Ponte Rubaconte (oggi alle Grazie)


A Firenze viene presentata sempre la bellezza del “Ponte Vecchio”, soprattutto noto per i negozi di gioielleria subentrati negli antichi negozi dei “beccai” e, che nella sua pubblicità viene presentato come il monumento rappresentativo di essa; è anche vero che per molto tempo questo è stato l’unica unione fra le due sponde del fiume Arno, costruito in prossimità dell’antico Ponte Romano, ma anche un altro dei quattro ponti esistenti non aveva niente da invidiare a questo, e si dovrebbe menzionare (anche se l’originale venne distrutto dai tedeschi in ritirata) sia per la sua struttura e per la sua storia: il “Ponte Rubaconte o alle Grazie” che sopra le sue “Pile” si trovavano delle costruzioni religiose.

Il Ponte Rubaconte

Secondo il Villani e Scipione Ammirato, il ponte venne costruito nel 1136, su disegno di Lapo, ed in origine non possedeva le poche arcate come è stato ricostruito dopo la guerra, ma con ben nove archi, due dei quali, già al tempo che il Richa ci narra, erano stati eliminati e quindi ridotti a sette, per l’ampliamento della città, e sul lato di mezzogiorno dalla parte del Palazzo dei del Nero sotto questa costruzione, questi archi fecero parte della loro cantina e, proprio riguardo a queste “pile”, il Vasari le racconta

martedì 1 gennaio 2019

La sfortuna crea la fortuna di un ragazzo: Bernardo Buontalenti


Una lapide messa a memoria in via de’ Bardi, posta di fronte al Palazzo Camignati ci ricorda che per ben tre volte il Poggio de’ Magnoli era franato sulle case sottostanti a causa di piogge e alluvioni da parte dell’Arno: ed infatti ne vennero distrutte più di cinquanta nel 1248 «per un diluvio d’acqua»; case che vennero di nuovo ricostruite, e che subirono la stessa sorte una seconda volta.

Porta San Giorgio

La terza catastrofe avvenne il 12 novembre 1547, nella quale furono distrutte diciotto case, oltre al Palazzo dei Bardi e quello dei Del Nero,