Passeggiando
per le strade di Firenze, e in particolare nella parte più antica troviamo
spesso delle lapidi affisse dai Signori Otto di Guardia e Balia che regolavano
la vita della città, su cui erano segnati i nomi delle vie. Di una di queste
però, per chi conosce poco la vita antica della città, rimane assai perplesso: è
via dei Malcontenti, termine un tempo usato per indicare i condannati a morte
che dopo la sentenza facevano questo percorso verso la Porta della Giustizia che
oltrepassata portava al patibolo (questo fu spostato nel 1531 oltre Porta la Croce , attualmente fra viale
Gramsci e via Colletta, mentre un’altra forca fu innalzata a sud-est della
città, nell’attuale piazza Beccaria).
da Wikipedia: veduta di via dei Malcontenti a Firenze |
I condannati venivano accompagnati al patibolo dalla Compagnia dei Neri che aveva
il suo nuovo Tempio in borgo la
Croce , dove ancora si può vedere un tabernacolo del 1740 ove
sostavano i condannati, rinnovato il 9 agosto delle stesso anno da Luca di
Bartolommeo Francalanci, reo di aver ucciso una ragazza e per questo condannato
all’impiccagione e allo squartamento (la primitiva sede della compagnia si
trovava vicino alla Zecca).
I
confratelli portavano delle fasce per bendare il morituro, mentre uno di loro
le gettava al boia gli altri si schieravano per coprire gli strumenti del supplizio;
nel frattempo il condannato che aveva già meditato i “gradi”, la Passione di Gesù, recitati
in ginocchio con cui poteva usufruire di ottantamila anni d’indulgenza,