giovedì 9 luglio 2015

Castel del Monte



La data di costruzione di questo edificio è incerta, anche se ufficialmente viene citato il 29 gennaio 1240, quando Federico II diede disposizione a Riccardo Momtefuscolo, Giustiziere di Capitanata di eseguire i lavori inviandogli una lettera che dice: «Poiché per il castrum, che abbiamo intenzione di erigere presso Sancta Maria de Monte (chiesa attualmente scomparsa), vogliamo che sia immediatamente fatto tramite tuo, benché non sia nella tua giurisdizione, l’actractum, e in quanto nostro fedele t’incarichiamo di predisporlo senza indugio con calce, pietre, e ogni cosa idonea...»; dalla lettera sembra che il monarca desiderasse avere un luogo tranquillo per poter prendere decisioni importanti. L’architetto incaricato dell’opera fu probabilmente Riccardo Lentini, anche se alcuni studiosi ritengono che fu lo stesso imperatore l’ideatore del progetto ipotizzando anche che venne costruito sopra preesistenti rovine di fortezze, prima longobarde e poi normanne.

da Wikipedia: veduta di Castel del Monte

Dal 1600 questo luogo fu praticamente abbandonato e depredato dei suoi arredi e decorazioni parietali in marmo di cui restano poche tracce dietro i capitelli; nel 1876 il monumento fu acquistato per la somma di Lit. 25.000 dallo Stato italiano che nel 1879 predispose il suo restauro: un nuovo risanamento fu eseguito nel 1928 dall’architetto Quaglianti e nel 1936 Castel del Monte fu dichiarato monumento nazionale, mentre altri restauri sono stati eseguiti tra il 1975 e il 1981.
La costruzione è a pianta ottagonale di cui ogni lato esterno è di m. 10,30 di intervallo tra le torri più il diametro di ogni torre di m. 7,90 delle quali ogni spigolo si innesta una torretta anche essa ottagonale con il lato di m. 2,70, la corte
interna anche questa ottagonale ha i lati che variano tra m. 6,89 e 7,83 e il suo diametro è di m. 17,86, mentre il diametro dell’intero castello è m. 56, le torri sono alte m. 24,40 poco più delle pareti del cortile che misurano m. 20, 50: dal suolo alle torri, e precisamente a m. 12,90 corre lungo l’intero perimetro un “toro”, cioè una cornice che divide il piano terreno dal primo piano.
All’esterno non è stata individuata nessuna costruzione stabile come cucine o stalle ma non dobbiamo meravigliare di questa mancanza perché come era in uso all'epoca, i regnanti tenevano la corte in una tendopoli e lo stesso Federico portava con sé, fra l’altro, il serraglio e il suo Harem, e perfino costruzioni in legno; da notare però, come scavi archeologici abbiano trovato resti di una difesa muraria a m. 12 dal complesso che ripeteva il perimetro ottagonale del castello, per alcuni studiosi a Triplice cinta (antico simbolo del labirinto), mentre altri sostengono che fosse unica, ma con sedici lati. 

da Wikipedia: planimetria di Castel del Monte

Forse l’imperatore che curava molto le sue residenze quanto i suoi pari musulmani di Bagdad, Palermo, Medina Azahara, attorno alle quali erano costruiti complessi di giardini, padiglioni, terrazzamenti coltivati a piante ornamentali e ad alberi da frutta, pescherie e serragli per animali esotici aveva l’intenzione, se ne avesse avuto il tempo di fare altrettanto.
Una curiosità è che l’edificio è composto da un corpo ottagonale con una torre a ogni lato, cilimoricha, (quindi otto in tutto), di cui due lati sono incastrati nell’edificio, che le genera, mentre sei restano visibili; abbiamo così otto facciate del corpo centrale in più quarantotto facciate delle torri, per un totale di cinquantasei elementi, il perfetto numero sette diviso o moltiplicato per otto: sono i giorni della settimana, le Virtù Teologali e Cardinali, i pianeti ecc., otto è il numero guida dell’edificio (l’ottavo giorno è il giorno delle Resurrezione che, annullando gli effetti del Peccato originale, che aveva compromesso l’opera di Dio, si inserisce come il giorno perfetto e conclusivo nel Suo disegno), ma è anche il numero degli anni vissuti dall’imperatore, cioè dal 1194 al 1250; da tenere presente che anche il diametro dell'intero castello è di m. 56, potrebbe così  sembrare un “oroscopo di pietra”, anche se la Legge Imperiale Romana proibiva di fare l’oroscopo ai sovrani: sarà senz’altro una coincidenza.
L’interno è suddiviso in due piani rialzati rispetto al piazzale antistante di m. 3 e 9,50 con stanze trapezioidali divise da muri che congiungono gli spigoli dei due ottagoni (esterno/interno): la copertura delle stanze è stata risolta scomponendo il trapezio iniziale in un quadrato centrale e due triangoli laterali: il quadrato è coperto da una volta a crociera mentre i due triangoli sono sovrastati da due spicchi di volta a botte per ogni stanza.
Le crociere sono appoggiate su semicolonne dalle basi e dai capitelli in breccia rossa adorni di motivi Fitomorfi al piano inferiore, e fasci di colonne con capitello unico in marmo bianco a quello superiore, al centro di ogni volta a crociera, nell’intersezione tra i costoloni fuoriesce dall’intradosso una chiave di volta “Estradossata” diversa per ogni stanza; l’ingresso alle sale al piano terra è antiorario e probabilmente alcune di esse erano dei corpi di guardia per arrivare alla torre numero tre per accedere al piano nobile e le sale VI e VIII dotate di disimpegno e servizi igienici; probabilmente il piano terra era destinato ad accogliere gli addetti alla sicurezza del castello (la numerazione orientale antioraria che si apre dall’ingresso principale a est–nord-est sono state programmate formando un cammino labirintico come quello che troviamo nella Cattedrale di Reims anch’esso di forma ottagonale).

da Wikipedia: particolare del portone d'ingresso con uno dei due leoni

La comunicazione tra il piano terra e quello nobile avveniva mediante le scale a chiocciola delle torri tre, cinque e sette sviluppate anche queste in senso antiorario formate da quarantaquattro gradini che si dipartono ognuno in un unico masso lapideo da una colonna centrale dal diametro di circa cm. 22.
Il piano superiore è simile a quello inferiore ma più elaborato, i costoloni sono più slanciati ed è illuminato da bifore, mentre sul lato rivolto verso Adria troviamo una trifora e in alto delle feritoie che emanano luce; ciò che rende particolari queste finestre è che si trovano dei gradini centrali e sedili che le fiancheggiano, mentre lungo le pareti di ogni sala corre un sedile al di sotto la base delle colonnine, per quanto riguarda la sala con la trifora, che probabilmente era la sala del trono, il monarca voleva uno spazio più ampio rivolto verso Adria ove erano sepolte due delle sue mogli: Jolanda figlia di Giovanni di Brienne re di Gerusalemme, la seconda consorte sposata nel 1225 e morta a Adria nel 1228, e Isabella d’Inghilterra figlia di Giovanni “Senza terra” sposata nel 1237 e scomparsa nel 1241 a Foggia poi traslata ad Adria.
Il portale d’ingresso si apre sulla parete orientata verso est, cioè dalla parte del sole nascente in coincidenza degli equinozi di primavera e d’autunno e si accede mediante due rampe di scale messe a tenaglia, ricostruite durante il restauro del 1928: nella parte opposta del castello si trova l’ingresso secondario posizionato a ponente costituito da un semplice portale ad arco a sesto acuto.
Sulle pareti esterne troviamo due finestre , una monofora al primo piano ed una bifora al secondo; sono mancanti della monofora i due lati con gli ingressi e il lato rivolto verso Adria ha una trifora, nelle torri delle feritoie danno luce alle scale nelle quali si possono vedere spazi predisposti per colombi o falchi addestrati.  
Nel cortile interno si aprono tre ingressi nella parte inferiore e tre porta finestra in quella superiore e per dare un certo movimento alle facciate sono stati eseguiti degli archi ciechi: in alcuni documenti viene riportato l’esistenza nel cortile di una vasca o fontana, sempre di forma ottagonale formata da un unico blocco di marmo che doveva rappresentare un fonte battesimale ad immersione, e la forma ottagonale era quella tradizionale degli edifici antichi per questo culto, descritta dal Troyli nel 1743, poi distrutta, probabilmente durante i saccheggi.
Sotto il piano di calpestio del cortile è collocata una grande cisterna per la raccolta delle acque piovane ed altre cinque sempre per lo stesso scopo si trovano in altrettante torri, mentre sparso per tutto il complesso esiste una rete di canaletti usati per convogliare le acque nelle medesime: guardando le alte pareti che circondano il cortile, ci fa supporre di trovarsi all’interno di un pozzo, che nella simbologia medievale rappresentava la conoscenza e il fonte battesimale la rinascita dal peccato per arrivare a questa.
Lo scopo della costruzione è incerta dato che militarmente mancano le strutture (oltre ai ritrovamenti archeologici), essendo privo di fossato, di merlature, le feritoie sono troppo strette per poter scagliare dardi o frecce, inoltre le scale a chiocciola delle torri disposte in senso antiorario avrebbero messo in difficoltà i difensori essendo questi costretti ad impugnare le armi con la mano sinistra, anche come residenza di caccia è poco fattibile; osservando, però, la simbologia sparsa per tutta la costruzione è stato presupposto che forse si tratti di un “Tempio del Sapere”, nel quale ci si poteva dedicare allo studio e alla meditazione, perché nella stessa struttura si racchiudono conoscenze matematiche, geometriche, astronomiche, che sembrano progettate per un percorso obbligato legato a criteri astronomici.
La stessa pianta ottagonale del castello, essendo una figura intermedia tra il quadrato (due quadrati concentrici rotanti di 45° l’uno rispetto all’altro) simbolo della terra e il cerchio, che rappresenta l’infinito del cielo, segnerebbe il passaggio dell’uno all’altro, o forse rappresenterebbe la Cupola della Roccia a Gerusalemme, vista da Federico II durante la VI Crociata, o anche, guardando il castello da lontano ci sembra di osservare la corona portata dall’imperatore, anch’essa ottagonale, fatto costruire in questa forma per dimostrare il suo potere. 

da Wikipedia: le scale di una delle 8 torri

La posizione astrologica è studiata in modo che nei giorni di solstizio e di equinozio sia in una particolare direzione come a mezzogiorno dell’equinozio d’autunno le ombre delle mura raggiungono perfettamente la lunghezza del cortile ed un mese dopo anche la lunghezza delle stanze; due volte all’anno, precisamente l’8 aprile e l’8 ottobre (questo mese era considerato l’ottavo mese dell’anno), un raggio di sole entra dalla finestra posta sulla parete sudorientale attraversa anche quella posta sul cortile ed illumina una porzione di muro dove un tempo era scolpito un bassorilievo.
Sulle due colonne poste a fianco del portale d’ingresso si trovano due leoni: quello di sinistra guarda verso destra e viceversa, entrambi guardano dalla parte dove il sole sorge nei solstizi d’estate e d’inverno, inoltre le cinque cisterne poste nelle torri si collegano idealmente ai cinque camini che si trovano all’interno di altrettante stanze, e alcuni studiosi li hanno messi in relazione con le parole del Vangelo di Luca, che dice: «Oggi io vi battezzo con l’acqua, ma verrà chi vi battezzerà col fuoco».
Tornando  al numero “otto”, è questo un numero che troviamo in altri contesti come: otto sono le punte della Rosa dei Venti; è un ottagono la “Torre de Venti” nell’Agorà d’Atene; otto sono i petali del fiore di loto o i raggi della ruota al centro del quale il Buddha è in meditazione, otto erano le figure “primordiali” distinte in quattro coppie (le acque, lo spazio le tenebre, il vuoto) secondo i sacerdoti egizi di Chemenu, ecc.
A Castel del Monte questo numero è continuamente usato: la costruzione interna ed esterna, otto sono le porte: due gli ingressi, tre le porte al terreno per entrare nel cortile, tre le porte finestre al primo piano, otto le torri, otto le stanze, sia del terreno che del primo piano, otto i lati della vasca (distrutta), otto fiori di quadrifoglio sulla cornice sinistra del portale, otto sulla cornice inferiore, otto foglie sulla chiave di volta, otto foglie sui capitelli delle colonne, otto foglie di vite sulla chiave di volta della prima sala al terreno, otto foglie di girasole sulla chiave di volta di un’altra sala, otto foglie e otto petali su quella della quinta sala, otto foglie di acanto sulla chiave di volta della dell’ottava sala e otto foglie di foco sempre sulla chiave di volta dell’ottava sala al piano superiore.
Un'altra supposizione, fra le altre, è che sia stato costruito come un centro benessere atto alla rigenerazione e alla cura del corpo prendendo a modello gli Hammum arabi; ma tutte queste non sono che supposizioni più o meno attendibili, perché cosa l’imperatore avesse in mente non si può sapere dato che non esistono documenti certi, certo è che quest’uomo aveva avuto contatti con altre religioni e stava cercando come d’altronde i Cavalieri Templari una reciproca convivenza, disturbando il potere della Chiesa Romana la quale lo aveva scomunicato nel marzo del 1239 con la bolla “Ascendit de mari”, indicandolo come «La bestia che sale dal mare», ma egli non aveva mai rinunziato a considerarsi un Sovrano Cristiano; secondo il Davidsohn, Roma aveva contattato i Templari per ucciderlo, cosa mai avvenuta.  
Piena di affetto e di ammirazione è la lettera che il figlio Manfredi invia al fratello Corrado in Germania per annunciare la morte del padre avvenuta nel 1250 che dice: «È tramontato il sole del Mondo che illuminava le genti, è tramontato il sole della giustizia è morto il difensore della pace ».

di Chiara ed Enzo Sacchetti

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